Non basta non pubblicare alcun contenuto, perché i social sanno veramente tutto degli utenti nei minimi dettagli: ecco che cosa fare per evitarlo.
Se c’è una cosa che negli ultimi tempi è diventata preziosa tanto quanto il denaro e del numero di follower, sono i dati. Oggigiorno, quando si naviga su Internet, ogni sito web che si visita si concentra sugli utenti, influenzando spesso ciò che una persona vede nelle pubblicità e sui profili dei social media. Quindi la domanda che tutto dovrebbero porsi almeno una volta nella vita è: quanto sanno di noi i social media? La risposta non tutti arrivano a immaginarla.

Bisogna capire che ormai siamo sempre più immersi all’interno del mondo digitale che ci permette sicuramente di stare più vicini alle persone, ma allo stesso tempo di mettere una sorta di “taglia” sulla nostra testa. Questo perché tutto ha un prezzo per le Big Tech che permettono agli utenti di utilizzate ogni giorno le piattaforme social.
Sono diversi i social che sembrano acquisire una conoscenza completa su ogni persona, ma se dovessimo metterne uno al primo posto, sicuramente ci sarebbe Facebook. E non c’è da stupirsi, dal momento che i profili includono tutti i tipi di informazioni, come luogo di residenza, scuola, posto di lavoro, stato della relazione, membri della famiglia, numero di telefono, indirizzo e-mail e molto altro ancora. Subito dopo troviamo Linkedin e anche su X e Instagram non bisogna abbassare la guardia.
Social raccolgono i dati personali: perché lo fanno?
Il diritto di accedere alle applicazioni con cui la stragrande maggioranza della società socializza ed entra in contatto con il mondo è controbilanciato dal tacito obbligo di fornire alcuni dati. Negli ultimi anni, come molte persona già sapranno, i dati personali sui social media sono diventati un argomento di dibattito a livello comunitario importante.
Sia i social che le altre app che si installano sui dispositivi raccolgono i dati. Elaborano poi questi dati per migliorare l’esperienza utente e offrire promozioni personalizzate in base ai gusti e alle esigenze di ogni utente. Fin qui tutto bene apparentemente, ma cosa c’è realmente dietro la raccolta e l’elaborazione dei dati? Un rapporto della Federal Trade Commission (FTC) ha spiegato che i colossi tech portano avanti una ”vasta operazione di sorveglianza degli utenti”.

Le aziende condividono tantissime informazioni degli utenti con terze parti, mettendo a repentaglio la privacy, minacciare le libertà ed esporle a una serie di danni come stalking o furto di identità. Stando a quanto rivelato dal rapporto, i dati che raccolgono sono prevalentemente informazioni demografiche come età, sesso e lingua; ma ci sono anche dati su reddito familiare, istruzione e stato genitoriale e civile.
A ciò bisogna aggiungere anche che le Big Tech hanno analizzato comportamenti e abitudini degli utenti sui social per captare informazioni personali. Il rischio maggiore è che queste informazioni in mano alle aziende possano compromettere l’autonomia personale. La verità è che nella maggior parte dei casi le informazioni che queste reti hanno sugli utenti vengono utilizzate per un solo scopo: offrire pubblicità mirata per generare vendite.
Come proteggere la privacy sui social?
Proteggere la privacy e la sicurezza delle informazioni sulle piattaforme digitali è molto importante per evitare problemi come furto di identità, frodi e altri tipi di attacchi informatici. La prima cosa da fare è leggere le policy sulla privacy che di solito nessuno considera e portano a consegnare direttamente i dati senza sapere realmente dove vanno o a cosa servono.

È molto importante limitare la quantità di informazioni personali che si condividono, quindi evitare di pubblicare dati sensibili come il numero di telefono, indirizzo o foto di documenti personali. Meno si condivide, più si è protetti. Bisogna anche ricordare di controllare e modificare le impostazioni sulla privacy per tutti gli account, così come evitare di connettersi alle Wi-Fi pubbliche.